Campo della Legalità di Isola Capo Rizzuto

Un momento di formazione ma anche di impegno, di crescita e di scambio culturale intergenerazionale. Proseguono in Calabria i campi della legalità curati da Libera con il sostegno dello Spi Cgil nell’ambito del progetto E!state Liberi in beni confiscati alla criminalità organizzata.

Il due e il tre agosto la Segretaria Nazionale del sindacato dei pensionati Claudia Carlino e la responsabile Campi della  Legalità Spi Cgil Carla Pagani hanno fatto visita a quelli di Isola Capo Rizzuto e Polistena. Ad Isola Capo Rizzuto in un terreno confiscato al clan Arena, lo Spi nazionale ha incontrato con lo Spi regionale e territoriale e la Cgil territoriale un gruppo di giovani provenienti da Modena e una delegazione dei volontari di Trame – Festival dei Libri sulle mafie discutendo con loro dell’importanza della memoria e dell’informazione, ma anche di quanto sia importante lottare per i propri diritti perché “laddove esistono i diritti le mafie sono più deboli”.Si è parlato poi di antimafia sociale e di come possa diventare impresa sociale creando posti di lavoro, ma anche di quanto sia stato difficile restituire alla comunità i terreni sui quali oggi opera la Cooperativa Terre Joniche e in cui da anni vengono ospitati centinaia di giovani in un percorso in cui lavoro manuale e intellettuale si intrecciano.Diversi gli interventi, dal referente di Libera per il campo Umberto Ferrari, all’ex sindaco di Isola Capo Rizzuto Carolina Girasole, al dirigente di Arci Nazionale Filippo Sestito, al referente provinciale di Libera Antonio Tata, al presidente della Fondazione Trame Nuccio Iovene, ai volontari del campo e a quelli di Trame che hanno raccontato con entusiasmo le loro esperienze. A coadiuvare il campi di Isola Capo Rizzuto i volontari dello Spi Cgil di Brescia. Lo Spi nazionale ha visitato anche il campo di Polistena andando ad incontrare i ragazzi del progetto E!state Liberi provenienti da Vicenza e i compagni dello Spi Cgil di Rimini nel centro Polifunzionale intitolato alla memoria di don Pino Puglisi e gestito dalla Cooperativa Sociale Valle del Marro – Libera Terra. In un palazzo di sei piani gestito dagli anni Novanta dalla cosca Versace è stato creato, dopo la confisca avvenuta nel 2010, un luogo dedicato ad attività socioeducative e servizi sanitari.